Case study - SIIMG

Se lavorare al miglioramento di un team ormai collaudato comporta l’attivazione di un iter già di per sé; complesso, la sfida si fa ancora più interessante quando ci si confronta con un team di recente formazione: l’incontro è sempre ricco di spunti e di ritorni importanti. Perch&eacuta;? Per tutta una serie di ragioni che vanno dalla necessità di gestire la maggiore energia in ballo, al bisogno di indirizzarla per evitare che quella stessa energia si disperda. D'altro canto, la poca esperienza e gli eventuali punti di vista contrastanti - incluso quello del team leader - fanno spesso da miccia per la nascita di attriti e comportamenti poco funzionali.
Laddove si presentano delle reali esigenze di progetto con scadenze pressanti, uno scenario di questo tipo aumenta il livello di sfida, oltre ad alimentare resistenze interne ed esterne.
L'organismo team tenderà a trovare una sua modalità di sopravvivenza, per soddisfare quanto meno certe scadenze e requisiti di business. Ma questo meccanismo comporta una spesa in termini di "risorse" ed, essendo lontano dalla naturale armonia, tende a creare logorio e stanchezza. Sarà difficile distaccarsi successivamente da questa condizione, proprio perch&eacuta; risponde alle richieste di emergenza. 

La richiesta del team leader riguardava certe dinamiche globali: lavorare in direzione del consolidamento del gruppo per creare legami più solidi tra i suoi componenti, agire in modo da sviluppare una più spiccata consapevolezza di ognuno e, quindi, maggiore autonomia nelle decisioni e nelle azioni. In contemporanea, era importante individuare le migliori possibilità di crescita del team stesso e dei suoi componenti, anche per facilitare la scelta di un eventuale secondo team leader. Un risultato già tangibile sarebbe stato  riuscire a raggiungere un miglior equilibrio dinamico di tutto il team, oltre alla maturità lavorativa.

Dopo una prima analisi, si stagliavano davanti a me svariate sfide da affrontare: l’esistenza di una rete di relazioni con direzione privilegiata verso il team leader, una modalità reattiva di pura esecuzione, e le normali difficoltà organizzative necessarie per strutturare il percorso di crescita. Applicare un metodo per valorizzare le risorse nascoste del team rischiava di apparire come l'ennesima cosa da fare. In linea di massima, il mio primo approccio punta ad entrare nel team alla pari, stabilendo una solida alleanza con i componenti. Per questo, la prima figura con la quale mi relaziono è il team leader: da subito lavoro per mettere in evidenza gli schemi sottostanti e i non detti, sia partendo dall'organigramma (reale e desiderato) sia specificando in modo chiaro gli obiettivi che s’intendono raggiungere da inizio a fine lavoro. Rivedere tali spunti, unito alla restituzione dei test di autovalutazione comportamentali genera gli insight necessari per concordare il punto di partenza del percorso con il team ed il leader. E’ fondamentale arrivare alle restituzioni prima di guadagnare la loro fiducia e quindi creare il clima necessario al funzionamento di tutti i laboratori: in questo modo si costruiscono i dizionari comuni di valori e ruoli così come la fotografia dei comportamenti più efficaci di ognuno di loro.

Alla fine delle fasi Listen e Feel, avevo raccolto tutti gli elementi utili per avviare la fase Modify. Queste informazioni, insieme ai risultati dei laboratori su scenari simulati, desideri, dati su progetti e lavori del team, ritorni e feedback sulle restituzioni, sono state riutilizzate per creare micro-task con finalità evolutive. L’obiettivo di questi task è mettere team e singoli in grado di scegliere un’attività che ha bisogno di attivare nuove modalità di comportamento per essere conclusa. Il tutto attribuendosi l'ownership della scelta e dell'attività stessa.

Il lavoro con il team si è reso possibile applicando ascolto ed osservazione attiva - due tecniche dell'approccio pluralistico integrato al Counseling -, alcuni meccanismi tipici dei giochi di società, la sensibilità ai dettagli ed alle persone mutuate in altri ambiti professionali.

La chiusura del percorso è stata effettuata dopo un laboratorio dedicato ai feedback dei singoli. E questi, a mio avviso, sono la testimonianza più accurata della strada percorsa da tutti.

Questi sono i feedback che ho ricevuto dal team, a conferma dell’efficacia del lavoro svolto:

Ad oggi, trovo che nel “rinato” team c’è più comunicazione e idealmente vorrei che si mantenesse così. Penso che ci sia sempre stato un lavoro di squadra, anche nelle prime fasi del lavoro, ma ora sembra più che mai evidente.